L’archeoastronomia, ovvero lo studio del passato archeologico con gli occhi scientifici degli astronomi, è una di quelle neo-scienze in grado di lasciare a bocca aperta. Piramidi ‘sbilenche’, ma costruite con perfette rappresentazioni del cielo, telescopi di ossidiana e monumentali lastre di pietra bucate per puntare il Sole, sono solo alcune delle meraviglie scoperte grazie a questa scienza, e saranno presentate a Roma in occasione del convegno internazionale della Società Europea per l’Astronomia nella Cultura (Seac), in corso fino al 13 novembre.
“Forse una delle più rivoluzionarie scoperte degli ultimi anni nello studio dell’antico Egitto – ha spiegato Juan Antonio Belmonte, astronomo dell’Istituto di Astrofisica delle Canarie – arriva dalle piramidi di Snefru, da sempre considerate come un tentativo poco riuscito di piramidi. Studi recenti, integrando archeologia e astronomia, hanno permesso di stravolgere questa visione e dimostrato che quelle opere erano volutamente costruite in quel modo e sono cariche di simbolismo sia politico che astronomico”.
La ‘riscoperta’ di queste piramidi è solo uno dei grandi successi arrivati dallo studio delle relazioni tra le antiche civiltà del passato e il cielo, il tutto grazie all’astronomia e alle moderne tecniche di analisi. “E’ una disciplina – ha spiegato Vito Francesco Polcaro, dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (Iaps) dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) – che aveva avuto un grande sviluppo a inizio del ‘900 ma che è stata poi svergognata dai nazisti che la usarono per giustificare la loro ideologia e dai moltissimi studi anche attuali privi di qualsiasi valore scientifico ma che hanno trovato grande visibilità grazie a un giornalismo di basso livelli”.
La precisa e corretta unione tra archeologia e astronomia può diventare uno strumento potentissimo in grado di raggiungere grandi risultati, come capire la funzione delle grandi lastre di pietra ‘bucate’ presenti in tutto il sud Italia, risalenti al II millennio a.C., utilizzate come un perfetto calendario, o ancora la possibilità di usare di pietre di ossidiana come specchi per rudimentali telescopi.
Monia Sangermano
http://www.meteoweb.eu/2015/11/larcheoastronomia-la-scienza-delle-meraviglie/576639/