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La civiltà dell’Antico Egitto continua ad affascinare non solo i cultori di archeologia e storia. Simboli imponenti quali la Sfinge e le piramidi edificate per volontà di Cheope, Chèfren e Micerino rappresentano una straordinaria eredità consegnataci a noi posteri dagli Egizi, un popolo che visse sulla Terra guardando al cielo. Negli ultimi decenni, è in atto un forte revisionismo che ha toccato anche la storia archeologica dell’Antico Egitto. Sono stati scritti e vengono ancora adesso pubblicati testi, molti dei quali di dubbio tenore scientifico, che mettono in discussione talune conoscenze di quell’epoca, in primis le datazioni della Sfinge. Maestoso simbolo de Il Cairo e della piana di El Giza, la Sfinge si ritiene sia stata edificata intorno al 2660-2500 a.C., ma taluni personaggi mettono in dubbio la datazione ufficiale lanciando teorie e supposizioni che non hanno ancora trovato riscontro.
Ciò che davvero è certo è che la Sfinge e le piramidi e altri simboli archeologici dell’Antico Egitto sono in pericolo. Il passare del tempo, le tempeste di sabbia, l’erosione causata dalle acque, le escursioni termiche, e poi ancora interventi di restauro inopportuni hanno provocato danni a molti monumenti. Anche l’afflusso di turisti e, addirittura, eventi organizzati ai piedi della Sfinge – come alcuni concerti di musica pop e rock – hanno contribuito ad aggravare la fragilità di quest’opera d’arte che è riuscita a resistere per millenni.
Colui che da decenni sta portando avanti un lavoro di conservazione è il conosciuto Zahi Hawass, archeologo ed egittologo egiziano, direttore degli scavi presso Giza, Saqqara, Bahariya, e la Valle dei Re. Questo lungo periodo di attività archeologica, le ricerche, gli ostacoli, i problemi avuti sin dagli anni Ottanta del secolo scorso vengono da lui raccontati nel libro Magia delle Piramidi. Le mie avventure in Archeologia edito da Harmakis Edizioni (2015). Il saggio, curato e tradotto per l’Italia dalla Dott.ssa Maria Stella Mazzanti è dedicato a Mark Lehner, archeologo, stretto collaboratore dell’Autore. Insieme, per 30 anni, Hawass e Lehner hanno lavorato in Egitto, hanno realizzato scavi, effettuato scoperte incredibili, trovato soluzioni a deterioramenti che sembravano irrisolvibili.
La Magia delle Piramidi conduce il lettore nella terra dei faraoni, tra sfingi – perché si scopre, leggendo il testo, che ve ne sono altre in Egitto, più piccole – camere segrete e passaggi interni alle piramidi stesse. Zahi Hawass, fornendo dati, riferimenti, immagini, racconta il passato e il presente dei principali simboli dell’Antico Egitto, descrive le spedizioni dei primi archeologi, gli errori commessi e i progetti successivi fondati su un’alta tecnologia compiuti per salvare la Sfinge e per effettuare ricerche al suo interno al fine di scoprire le stanze segrete. Suddiviso in 12 Capitoli e arricchito da immagini che fotografano luoghi e importanti momenti della ricerca archeologica – come il pozzo di Osiride e l’apertura del sarcofago della Regina Shesheshet – il volume intende fare chiarezza scientifica su alcuni punti, ancora controversi, di questa storia egiziana così affascinante. Alcuni progetti, portati avanti grazie all’impiego di robot in grado per esempio di addentrarsi nei passaggi della grande piramide di Cheope, hanno permesso di riportare alla luce altre vestigia, come la piramide di Khut e la tomba del figlio di Teti. Questo e altro ancora viene svelato da Zahi Hawass, l’archeologo egiziano più noto al mondo.
Silvia C. Turrin
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The civilization of Ancient Egypt continues to fascinate not only the lovers of archeology and history. Imposing symbols such as the Sphinx and the pyramids built by the will of Cheops, Chephren and Mycerinus are a unique heritage passed down to posterity by the Egyptians, a people who lived on Earth looking to the sky. In recent decades, it is undergoing a strong revisionism that has also affected the archaeological history of Ancient Egypt. They have been written and are still now published texts, many of them of dubious scientific content, questioning certain knowledge of that time, primarily the dating of the Sphinx. Majestic symbol of Cairo and the plain of El Giza, the Sphinx is believed to have been built around 2660-2500 BC, but some people question the official launching date theories and assumptions that have not been reflected.
What is certain is that really the Sphinx and the pyramids and other archeological symbols of Ancient Egypt are in danger. Over time, dust storms, erosion caused by water, the temperature changes, and then again restorations have caused undue damage to many monuments. Although the influx of tourists and even events held at the foot of the Sphinx – as some concerts of pop and rock music – have helped to exacerbate the fragility of this work of art that has managed to hold on for millennia.
He who for decades is conducting conservation work is known Zahi Hawass, the Egyptian archaeologist and Egyptologist, director of excavations at Giza, Saqqara, Bahariya, and the Valley of the Kings. This long period of archaeological work, research, obstacles , the problems we had since the eighties of the last century are narrated by him in the book Magic of the Pyramids. My Adventures in Archaeology, published by Editions Harmakis (2015). The essay, edited and translated by Italy by Dr. Maria Stella Mazzanti is dedicated to Mark Lehner, an archaeologist, a close associate of the author. Together for 30 years, Hawass and Lehner have worked in Egypt, they have made excavations, made incredible discoveries, found solutions to deterioration that seemed unsolvable.
The Magic of the Pyramids leads the reader to the land of the Pharaohs, sphinxes between – because it turns out, reading the text, that there are others in Egypt, smaller – secret chambers and passages inside the pyramids themselves. Zahi Hawass, providing data, references, pictures, tells the past and present of the main symbols of Ancient Egypt, describes shipments of the first archaeologists, the mistakes and the subsequent projects based on high technology made to save the Sphinx and search within it in order to discover the secret rooms. Divided into 12 chapters and enriched with images which capture important moments and places of archaeological research – such as Osiris Shaft and the opening of the sarcophagus of Queen Shesheshet – the book aims to clarify some points of scientific, yet controversial, this Egyptian history so fascinating. Some projects carried out through the use of robots can for example go into the steps of the great pyramid of Cheops, they have helped to bring to light other vestiges, like the pyramid of Khut and the tomb of the son of Thetis. This and more is revealed by Zahi Hawass, the Egyptian archaeologist best known worldwide.
Silvia C. Turrin
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